sabato 26 luglio 2014

Linda Addison - How to Recognize a Demon has Become Your Friend (prima parte)


Il libro che ho scelto di presentare oggi è davvero particolare. Diciamo che “particolari” sono un po’ tutti i libri di cui mi innamoro, per un motivo o per un altro, ma questo è… sorprendente. 
How to Recognize a Demon Has Become your Friend, di Linda Addison, pubblicato dalla Necon Books nel 2011, raccolta di 35 brani (poesie e racconti). Come nel caso di Liz Williams, anche Linda Addison è inedita in Italia, e non è neanche mai stata tradotta in altre lingue, giusto Linda?

L.A.: Verissimo, e sarei davvero felice se i miei libri fossero tradotti e disponibili anche in altri paesi. L’ho sempre sognato.-

Davvero strano per un’autrice che ha vinto ben 4 volte il Bram Stoker Award… ma andiamo per gradi.
Linda Addison si è trasferita di recente a Tucson, Arizona, da New York, di giorno si occupa di computer (è laureata in matematica) e di notte scrive cose strane. E’ stata la prima scrittrice afro-americana ad aver vinto non uno, ma ben 4 Bram Stoker Award…. Ma ci sto arrivando.
Prima di 9 figli, con una mamma fantastica che le raccontava le storie più incredibili e vedeva con lei film di paura, Linda ha saputo sin da piccola che un giorno avrebbe scritto un libro.
Linda Addison ha fondato il writing group Circles in the Hair (CITH), che si riunisce sin dal 1990. Il suo lavoro è apparso spesso nel corso degli anni nella mention list dell’Year’s Best Fantasy and Horror e dell’Year’s Best Science Fiction.
E arriviamo ai 4 Bram Stoker Awards, prestigiosi riconoscimenti letterari conferiti dalla Horror Writer’s Association (giusto per citare alcuni nomi di autori che hanno vinto lo stesso premio: Clive Barker, Stephen King, Ray Bradbury, Ramsey Campbell, Neil Gaiman, Caitlin R. Kiernan, Michael Arnzen, Laird Barron, J.K. Rowling per la saga di Harry Potter …).
In ordine le opere per cui è stata insignita dell’illustre premio:
·         Consumed, Reduced to Beautiful Grey Ashes (2001)
·         Being Full of Light, Insubstantial (2007)
·         How To Recognize A Demon Has Become Your Friend (2011)
·         Dark Duet (2012) scritto con Stephen M. Wilson, (in realtà “solo” finalista)
·         The Four Elements, scritto con Marge Simon, Rain Graves, Charlee Jacobs (2013), nominato vincitore a Maggio di quest’anno.
Linda D. Addison è l’unica autrice presente in 3 antologie-pietre miliari di questo ambito letterario:  Dark Matter: A Century of Speculative Fiction (Warner Aspect), Dark Dreams I and II (Kensington), e Dark Thirst (Pocket Book).
E’ autrice di oltre 290 composizioni poetiche e racconti brevi. Ha scritto per Essence Magazine, Asimov’s SF Magazine, microscosms twitter magazine, Eye to the Telescope magazine, e Genesis: An Anthology of Black Science Fiction.
Averla qui e poter parlare dei suoi libri è per me, capirete bene, un grandissimo onore. La Fucina ha scelto un suo lavoro in particolare: la sua ultima raccolta di poesie e racconti brevi (alcuni già apparsi in precedenza), How to recognize a Demon has become your friend. Sono stata colpita sin da subito dal titolo chiaramente. Si tratta di un’opera strana, come dicevo all’inizio: è ben raro leggere poesie su zombie o bizzarri racconti su strani alieni che flirtano in un pop-corn bar… Ma c’è un fil rouge che lega ogni singolo elemento di questa raccolta, non è vero Linda?

LA: Il libro ha un’origine complessa. Mia madre è morta nel 2009. Eravamo molto vicine e non sapevo quando sarei stata in grado di scrivere di nuovo dopo la sua morte. Bob Booth (che conosco e ammiro da molti anni) della Necon Books [http://www.neconebooks.com/byauthor.htm] mi contattò per mettere insieme una raccolta di storie e poesie, sia nuove che già pubblicate. Ne parlammo e buttammo giù uno schema poesia/racconto/poesia/racconto. Iniziai a vedere tra i lavori pubblicati in precedenza senza avere ancora un’idea chiara del libro.
Mentre leggevo i lavori che avevo già pubblicato, cominciavano a prendere corpo delle idee per il nuovo lavoro e il primo pezzo nuovo che scrissi fu la poesia How to recognize a Demon has Become Your Friend. La poesia aveva delle immagini molto chiare e un mio amico, Rick Barret [http://www.taichialchemy.com/] mi suggerì di intitolare la raccolta così.
Ci pensai un po’ e accolsi il suggerimento, sebbene il titolo fosse molto diverso da quelli delle altre mie raccolte, che tendevano ad essere più poetici (ad esempio, Being Full of Light, Insubstantial).
Volevo che questa raccolta rappresentasse i miei lavori science-fiction, fantasy e horror, così ne ho raccolto di vecchi e creati di nuovi che si sarebbero intrecciati per rendere l’idea di dove potremmo trovare dei demoni o degli amici. Non so se il percorso risulti completamente chiaro al lettore, ma ogni singolo brano, in qualche modo, riecheggia l’idea di base.
L’ultimo brano che ho scritto è la poesia How to recognize Your Friend has Become a Demon, che è l’opposto della poesia iniziale.
Per ogni raccolta che ho compilato è come se avessi intrecciato un arazzo e questo implica spostare un brano, toglierne un altro, scriverne di nuovi, fino a che non sento di aver finito. Non so dire esattamente quando una raccolta è terminata, ma c’è un momento in cui ogni pezzo è al posto giusto. Questa per me è una parte molto importante del processo creativo.

Penso sia d’obbligo la domanda… Come ci si sente ad aver vinto non solo uno, ma ben 4 Bram Stoker Awards con, posso solo immaginare, l’orgoglio di essere la prima scrittrice afro-americana ad essere insignita di un tale riconoscimento?

LA: E’ una domanda inevitabile e un conseguimento di cui non mi dispiace parlare. Non ho mai scritto avendo un premio in mente. Credo che l’idea che ci siano 5 libri finalisti e poi un unico vincitore mi disorienta un po’.
Ogni raccolta è stata creata con il semplice intento di essere il meglio di ciò che potevo scrivere in quel momento. Il primo HWA Bram Stoker award ® che ho vinto con la prima raccolta, Consumed, Reduced to Beautiful Grey Ashes, è stato un’immensa sorpresa.
Quando scopriì di essere alla votazione finale ero felicissima. Non mi è passato minimamente per la testa che avrei potuto vincere dal momento che ero al ballottaggio con alcuni dei miei poeti preferiti, che avevano all’attivo molte più pubblicazioni di me.
Mia madre venne alla serata perché era a New York e lei viveva a Philadelphia e non era dunque lontano. Nel momento in cui dissero il mio nome fui sommersa di applausi, c’erano anche delle persone che si erano alzate in piedi. È stata un’esperienza indimenticabile! Durante il mio discorso di accettazione feci alzare in piedi mia madre perché lei è ha sempre sostenuto il mio lavoro ed è sempre stata una narratrice fantastica. Mi sento ancora così fortunata ad averla avuta lì quel giorno.
È stato solo dopo, guardando indietro ai precedenti vincitori in tutte le categorie che qualcuno ha evidenziato che io fossi la prima afro-americana ad aver vinto. Nessun altro afro-americano ha vinto da allora, ma spero che in futuro ce ne siano altri.
Vincere gli altri tre è stato ugualmente splendido e sorprendente perché ogni volta gli altri libri finalisti erano davvero buoni. Non ho mai dato per scontato che avrei vinto sebbene io sia profondamente orgogliosa del mio lavoro. Tengo in grande considerazione ogni premio.-

E’ impossibile, dunque, definire quest’opera nel complesso “horror” o “sci-fi” o semplicemente “di narrativa fantastica”, e anche lo stile è così multiforme. È una lettura che non ti aspetti perché anzitutto scorre via veloce e limpida, e inoltre vi è talvolta un punto di vista così strano che davvero ti chiedi come le sia venuto in mente di guardare “la realtà” da così (Night of the Living and Dead, Alien bathroom ad esempio). Ci sono racconti molto brevi (“flash fiction”, uno dei massimi esponenti di questa corrente attualmente è Michael Arnzen che chissà… magari sarà uno dei prossimi “forgiati” della Fucina…), e alcune storie che sono costruite ad esempio su uno scambio di e-mail, o assumono la forma di una guida turistica per alieni sul nostro pianeta… (Artificial Unintelligence e Excerpts from the Unabridged traveler’s guide as UFOs in Galaxy A.G.2). La tradizione aneddotica del racconto breve è ben conservata e usata con sapienza dall’autrice, e leggere questi micro racconti con i loro originalissimi personaggi è davvero un piacere. Ci sono anche due racconti in particolare più corposi che, tra l’altro, aprono e chiudono in un certo senso la raccolta, dando ancor di più il senso di coerenza di quest’opera (The Power e Milez to go).

Puoi parlarci del tuo percorso creativo, ovvero come arrivi a scrivere un racconto o una poesia?

LA: Scrivo sui diari da quando ero al liceo. Butto giù tutto, frammenti di idee, personaggi, a volte conversazioni sentite che hanno catturato la mia attenzione. Poi quando decido di scrivere una poesia o un racconto vado a rileggere i miei diari, estraggo qualcosa e ci costruisco sopra.

Il tuo processo creativo è diverso quando scrivi prosa o poesia?

LA: La poesia è sempre in fondo ai miei pensieri, come una canzone. Posso scrivere una poesia su qualsiasi cosa in qualsiasi momento. Vengo ispirata da qualcosa che leggo o sento o vedo in strada, o mentre leggo un articolo. Qualsiasi cosa mi dà delle immagini per la poesia.
Alcune poesie nascono complete, altre hanno bisogno di essere riscritte. So quando una poesia è completa quando la leggo ad alta voce. Il suono delle parole può cantare oppure no, per me.
La prosa spesso inizia con un personaggio e una data situazione in cui si trova. Poi gioco al gioco del “E se…?”. E se loro fossero di un altro pianeta, o tempo, e così via. Mi piace guardare alle situazioni comuni e renderle un po’ strane. Oppure, mi piace creare interesse e allora cerco dei personaggi diversi, ad esempio, uno zombie: e se uno zombie si innamorasse? È così che è nato il racconto Unrequited. 
Mi piace provare a rendere il più reale possibile qualche dettaglio nella prosa, e allora faccio delle ricerche. Per la storia Dust to Dust ho infatti letto cosa avviene fisicamente ad un corpo che è sepolto in terra e come si decompone, in modo da intrecciare dettagli reali nella narrazione.-

Mi è piaciuta moltissimo la descrizione del concerto di Angelique al Funky Piranha (in Milez to go). Ho la sensazione che la musica abbia un ruolo importante nella tua vita, sbaglio?

LA: Ascolto spesso sia Miles Davis che Keith Jarret mentre scrivo. Suono il flauto per mio diletto. La musica è molto rilassante e stimolante per me. Mi fa stare bene e lascia scorrere la mia immaginazione.

Ho notato che a volte usi il dialetto afro-americano (ad esempio in Bottling Up De Evil). In base a cosa decidi di usarlo?

LA: Una poesia o un racconto può aver bisogno di una certa voce a seconda di cosa accada. Nel caso di Bottling Up De Evil,ho composto la poesia dopo aver letto di come gli africani che vennero in America erano soliti appendere delle bottiglie sugli alberi per catturare gli spiriti malvagi vaganti.



Raccontaci per favore com’è nata la copertina del tuo libro.

LA: La copertina è di Jill Bauman [http://www.jillbauman.com/], che ha realizzato copertine per molti autori famosi, come Stephen King ad esempio. La conosco da anni e ho sempre voluto una sua copertina per i miei libri. Sono stata molto felice quando questo si è potuto realizzare. Le ho mandato il libro e mi sono affidata totalmente a lei per l’idea. Un giorno eravamo ad un convegno insieme, fece una foto alle mie mani nella posa che è sulla copertina. Quelle sono quindi le mie mani. Jill ha preso spunto dai racconti e dalle poesie e ha creato una copertina indimenticabile. Ero felicissima quando l’ho vista perché risaltava così bene! Mi piace moltissimo la foresta per i suoi diversi dettagli.

Quest’anno sono stata a un convegno a Rhode Island [Camp Necon: http://campnecon.com] e ho visto alcune persone che avevano una stampa della copertina che Jill aveva venduto ad una mostra, e la cosa mi ha fatto sorridere.

Che progetti hai per il futuro?

LA: Sto passando dalle poesie e dai racconti ai romanzi, vorrei iniziare a lavorare su alcune idee che ho in testa da un po’ di anni. Il primo romanzo è basato sul mio racconto Twice, At Once, Separated, pubblicato in Dark Matter qualche anno fa. È un romanzo sci-fi, ambientato in un futuro distante da noi 20-30 mila anni. Sono particolarmente attratta dalla fisica quantistica.
Continuerò a collezionare poesia e frammenti di altri racconti nei miei diari, come ho sempre fatto, ma voglio investire del tempo a creare nuovi romanzi.-

Grazie, Linda Addison!!

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