venerdì 24 aprile 2015

Vajra Chandrasekera, ovvero, la Fucina incontra Future Fiction

Ogni tanto le cose belle accadono. E questa mi ha fatto particolarmente piacere, perché Future Fiction è una realtà davvero interessante e assolutamente originale. Nasce così una bella collaborazione con lo scrittore Francesco Verso, (premio Urania Mondadori con e-Doll; premio Odissea 2013 e premio Italia 2014 con Livido, pubblicato in Inglese per l'editore Xoum), nonché fondatore dell’etichetta digitale Future Fiction.

Liz Williams, la prima autrice “forgiata” dalla Fucina, apparirà finalmente grazie a Future Fiction, con due racconti da me tradotti. Ma c’è ancora un pochino di tempo, e ne riparleremo.

Prima voglio presentarvi un nuovo autore, naturalmente inedito in Italia, scovato dalla Fucina delle diaboliche Traduzioni e accolto con piacere da Future Fiction: Vajra Chandrasekera. A breve usciranno due suoi racconti, sia nella versione originale inglese che nella mia traduzione: in assoluta anteprima le copertine, realizzate da  Guido Salto:





Incontrando negli spazi virtuali del web il nome di questo autore, il mio pensiero è volato subito alla mitologia indiana, all’arma della possente divinità Indra, il fulmine e l’oggetto simbolico che lo rappresenta, il vajra, appunto. Ma una volta iniziata la lettura, mi sono trovata subito catapultata in un mondo assolutamente iperreale, profondo e bizzarro, inquietante e rivelatore: il mondo di Vajra Chandrasekera, scrittore singalese.

E ho voluto saperne di più.

VC: Mi chiamo Vajra Chandrasekera. Scrivo e pubblico racconti da circa un anno e mezzo su riviste come Clarkesword, Lightspeed, Apex e Black Static. Scrivo racconti di fantascienza tecnologica, storie di fantasmi e di mutaforma, e racconti slipstream postcoloniali. E proprio in quest’ultimo genere rientrano le due storie che hai tradotto e che usciranno per Future Fiction.

Data la natura di questa categoria, non direi tanto di “cosa parlano”, credo non sarebbe corretto. Posso però senz’altro dire che Disfatto da una brezza leggera è una triste storia sull’essere aperto alle possibilità, mentre Dharmas è invece una storia felice sull’essere intrappolato nelle impossibilità.

Filosofia, scienza, politica: benché brevi, questi due racconti sono complessi e profondi. Il mio pallino è sempre la formazione degli autori… E poi: da dove vengono le loro storie? Dove nascono le idee?

VC: Non ho studiato all'università. Per quanto possa sembrare che io sappia molte cose, mi definirei forse più un autodidatta, o forse un magnifico bugiardo. D’altra parta, non affermo di sapere alcunché. Non sono io il narratore delle mie storie. I miei interessi sono solitamente meno cosmici.

Tuttavia, le grandi idee per le storie soprannaturali germinano di solito in un terreno perfettamente prosaico. Le storie provengono dallo stesso luogo delle idee, lo stesso luogo da cui arriva tutto ciò che attraversa la nostra mente: dall’interazione tra immaginazione ed esperienza. A volte, qualcosa accaduto venti anni fa compare all’improvviso e si giustappone a una parola o a una frase che ti gira in testa, e tu, di colpo, hai un’idea. Ma si dice anche spesso che è facile avere idee: l’impresa vera è nella loro attuazione. E questo è assolutamente vero.

Vajra scrive in inglese. E penso di riuscire a capire la sua scelta rispetto al singalese. Mi domando quale sia il suo rapporto con la lingua inglese, e se riesca a immaginare di scrivere le proprie storie nella sua lingua madre.

VC: Parlo singalese e inglese, lingue apprese entrambe da piccolo da genitori plurilingue. Idee come “lingua madre” sono piuttosto complicate per chi parla più di una lingua in stati post-coloniali, in particolare, se una di queste era poi la lingua degli occupanti. Forse il modo più chiaro di vedere la cosa è dire che, personalmente, non ritengo l’inglese una lingua straniera o una seconda lingua (anche se molti singalesi non sarebbero d’accordo): è una delle lingue che parlo sin da quando ero piccolo, ed è la lingua che preferisco per leggere e per scrivere narrativa.

Sì, riesco certamente a immaginare di scrivere storie in singalese, ma al momento non mi interessa. Quel che cerco di fare è avere un posto nell’attuale cultura e industria della narrativa speculativa breve (espressamente anglosassone), ampiamente dominate da pubblicazioni occidentali che hanno il loro pubblico, il loro mercato pagante, la loro storia, la loro tradizione letteraria, il loro apparato critico e così via. Scrivere narrativa in singalese, dove tutto questo non esiste (certamente non per la narrativa speculativa breve) significherebbe avere un ruolo totalmente diverso. Tuttavia, non lo escludo magari in un futuro. Sarebbe di sicuro interessante tradurre me stesso!

Certamente Vajra ha toccato un punto molto importante nella discussione attuale sulla narrativa di genere, ovvero il predominio della letteratura anglosassone. A me personalmente non dispiace, proprio per la storia letteraria alle spalle di cui parla Vajra, ma è chiaro che, da qui, il passo al monopolio completo è molto breve. E soprattutto, restano fuori voci interessantissime, “penalizzate” per così dire da lingue di minor diffusione. Questo aspetto è uno dei punti forti di Future Fiction: diffondere quanto più possibile narrativa di genere “altra”, chiaramente, di grande qualità.

Il primo racconto che ho letto di Vajra è stato Dharmas. E mi è piaciuto moltissimo. Mi ha profondamente colpita. Ma chi sono davvero Piter e il narratore?

VC: Sono contento ti sia piaciuto! Tutto quel che so di questi personaggi è esattamente quello che sa già anche il lettore. La storia non è un enigma: i personaggi sono semplicemente loro stessi, e le loro discussioni non sono nulla di più di quanto ognuno di noi potrebbe dire.

Oddio… ho qualche dubbio in proposito… o almeno: non mi è mai capitata una conversazione così pazzesca su un tuk tuk lanciato a folle velocità e traghettato da un “dimonio con occhi di bragia” come quello! Sta a voi scoprirlo!

Naturalmente, mi è piaciuto moltissimo anche l’altro racconto che ho tradotto, presente nello stesso eBook: Disfatto da una brezza leggera. Il destino del protagonista sembra così terribile e tragico. Mentre lo leggevo, mi sono chiesta cosa può aver spinto Vajra a scrivere questa storia.

VC: Alcuni dei semi che hanno contribuito a far crescere questa storia sono degli eventi reali che ho raccontato in modo fedele: il breve spavento dovuto al passaggio dell’asteroide 1997XF11 e l’esplosione al Comando delle Operazioni congiunte, eventi che allora ebbero su di me un grande effetto. Quindi, suppongo di aver aspettato molto prima di scrivere questa storia!

Se siete interessati a scoprire di più su questo particolarissimo autore, non vi resta anzitutto che attendere l’imminente uscita per Future Fiction di questi due racconti, e poi farvi un giretto sul suo sito, sempre aggiornato:


Vajra è al lavoro su altri racconti, e forse anche su storie più lunghe, chissà…

2 commenti:

  1. Sei una bravissima 'traghettatrice' di talenti! La passione per la letteratura non conosce limiti, differenze linguistiche e confini quando curiosità e impegno si coniugano in delle iniziative così interessanti. E ora muoio dalla curiosità di leggere Vajra!

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  2. Nuela, grazie di cuore!!! Sono contenta non solo di quel che dici a me personalmente (of course!) ma anche di aver suscitato la curiosità di leggere questo particolarissimo autore!! Bene così! Non manca molto, segnalerò l'uscita a dovere!

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