martedì 24 giugno 2014

Liz Williams - Banner of Souls (prima parte)


LIZ WILLIAMS è una scrittrice britannica di science fiction e fantasy, si diceva. Vive a Glastonbury, in Inghilterra, un posto assolutamente incredibile che voglio andare a visitare, un giorno. Anche per curiosare nel negozio di arti magiche che l’autrice gestisce insieme al compagno, Trevor Jones. Entrambi sono gli autori dei due Diari di un negozio di magia (Diary of a Witchcraft Shop 1&2), molto più di una lettura spassosa perché ci trasportano all’interno di quella comunità unica (e pagana!) che è Glastonbury. Liz Williams è autrice di 17 romanzi (tra cui la serie del Detective Inspector Chen, anche questa meriterebbe un bel post..) e di più di un centinaio di racconti, scrive regolarmente su riviste come Asimov e insegna scrittura creativa e storia della fantascienza. Quest’ultima cosa mi fa venire in mente che la prima tesi che provai a chiedere al mio Prof. di Letteratura Russa era proprio sulla fantascienza (russa naturalmente), ma si disse non molto preparato sull’argomento... Tornando a questa talentuosa scrittrice, l’ho conosciuta grazie a una scrittrice che per me ha un significato speciale, Tanith Lee (chissà che un giorno io non possa parlare di lei…). Tanith Lee ha scritto, ad esempio, la prefazione a una recente raccolta di racconti (molto, molto belli) di Liz Williams (A Glass of Shadow), e la Nostra la ringrazia per tutto il suo sostegno nel libro con cui ho scelto di accendere le fiamme della mia Fucina: BANNERS OF SOULS.

Pubblicato per la prima volta negli States nel 2004 dalla Bantam Books, Banner Of Souls viene stampato in Gran Bretagna l’anno dopo per i tipi della Tor, un bel volumcino di 426 pagine (senza contare quelle finali di anticipazione al romanzo seguente di Liz Williams, Darkland). Banner of Souls è diviso in 7 capitoli, a loro volta suddivisi in vari sottocapitoli, abbastanza brevi per la verità, il che rende la lettura molto spedita. Non solo la suddivisione agevola dunque la lettura, ma a livello di contenuto è interessante il fatto che questi sottocapitoli terminino per lo più o con una rivelazione, o con un’intrigante nota di suspense che, naturalmente, ti spinge a continuare la lettura. Insomma: le 426 pagine vanno giù che è un piacere. E questo nonostante la complessità del libro. La sua struttura è molto curata, costruita su diversi piani narrativi e, chiaramente, sui diversi personaggi. Leggendo questo libro, sono rimasta davvero colpita dalla capacità dell’autrice di creare mondi incredibili, finestre che continuamente si aprono e che lasciano intravedere ancora altre “realtà”, tutte da scoprire e che potrebbero funzionare come storie a parte
(e in effetti ci sono molti racconti singoli che si muovono in questa sua ambientazione, cfr. A Glass od Shadow ad esempio). Un libro davvero denso, che merita una lettura attenta. Cominciamo a entrare nel vivo: qual è la trama?

In un futuro lontano, il Pianeta Terra è coperto quasi per intero dalle acque, è ormai in decadenza ed è governato dal pugno di ferro del Matriarcato di Marte. Sogni-Di-Guerra, guerriera marziana, è inviata sulla Terra per proteggere una straordinaria ragazza da una minaccia ancora ignota. Si tratta di Lunae (definita hitobashira, la donna-che-ostacola-l’inondazione), in grado di invecchiare a una velocità innaturale e dotata di un dono speciale: quello di alterare il tempo. Nella città ormai in rovina di Fragrant Harbour, Lunae risiede con le maligne Grandi Madri e un membro di una razza geneticamente modificata, nota col nome di kappa. Sogni-Di-Guerra dovrà proteggere Lunae da Yskatarina Iye di Nightshade, un pianetoide tecnologicamente avanzato al limite del sistema solare. Nonostante la protezione della guerriera, Lunae rischia di essere quasi uccisa da una creatura appartenente ai misteriosi Kami, e la guerriera è costretta a fuggire con la ragazza verso le inondate isole del nord di quello che una volta era il Giappone. Lunae però scompare durante il viaggio, lasciando Sogni-Di-Guerra determinata a tornare sulle pianure di Marte per scoprire la verità sul dominio che il Pianeta rosso esercita sulla Terra, e la natura di tutti i segreti che vi si celano dietro… Perché Lunae è così speciale e perché Yskatarina e Sogni-Di-Guerra sono state inviate da lei costituiscono il mistero che lentamente viene svelato nel corso della narrazione, ma c’è naturalmente di più come dicevo all’inizio: visioni di una Terra arretrata e brulicante di angosciose creature, l’immensità dell’oceano che l’ha sommersa e che nasconde misteri tramutati già in miti e leggende (meravigliosi i Re Dragoni che controllano il tempo atmosferico), uno squarcio sul paesaggio del fascinoso Pianeta rosso, brullo e drammatico, creature generate da incubi genetici e disumani incroci, come ad esempio le terribili donne-forbice, tecnologie inquietanti in grado di estirpare sentimenti e impiantarne altri…  Un’atmosfera cupa, a tratti collerica e disillusa, aleggia per tutto il libro, insieme a sangue che scorre a profusione e a falene e altri insetti che sembra quasi di sentir frusciare tra le pagine. 

Vorrei a questo punto chiedere direttamente all’Autrice come sia nata l’idea di Banner of Souls.  

L.W.: BoS doveva essere inizialmente qualcosa di più di una space opera. Mentre procedeva, però, diveniva sempre più oscura e cupa, rispecchiando la mia vita: al mio compagno di una vita era infatti stato diagnosticato un tumore al cervello quando ero quasi a metà lavoro, ed è morto prima che il libro fosse finito. La Macmillan, la mia casa editrice all’epoca, è stata molto comprensiva e mi ha proposto una proroga ma, come capita anche a molti altri scrittori, questo mi ha aiutato a concentrami sul lavoro e così sono riuscita a consegnarlo entro il tempo pattuito. Gli eventi della mia vita reale hanno sicuramente influito sul libro.

Mi spiace moltissimo... e in effetti, come dicevo nella descrizione della trama, l'atmosfera in generale è molto cupa...

Proseguendo con l'analisi del libro, notiamo che in BoS gli elementi di interesse, che davvero aprono un mondo ciascuno, sono numerosi: the Changed, i Mutati, creature inferiori generate per divertimento da Marte, hyenae e vulpen. Sono ciò che resta degli uomini, intesi come genere maschile (senza contare i due Animus presenti, anche se è difficile considerarli dei maschi in senso stretto). Eh sì perché in questo universo il genere maschile è estinto, lo dice bene Sogni-Di-Guerra:

Perché l’umanità dovrebbe ancora essere infastidita da una dualità superata e antica, e da complicazioni di istinti obsoleti? Siamo tutti esseri costruiti ormai, non abbiamo alcun bisogno di accoppiamento, di sesso, di desideri e di emozioni connesse a tutto questo. Il piacere può essere raggiunto tramite dispositivi (p. 251). 

Anche se poi Sogni-Di-Guerra rivela di essere poco interessata al piacere, e di mettere al primo posto lealtà e potere. 
In una realtà simile, come vengono generate nuove creature? Liz Williams escogita un modo piuttosto inquietante ma, dopotutto, perfettamente sci-fi: grazie alle growing-bags, sacche-sviluppanti, ovvero particolari sacche di crescita.

 Ma c'è molto, molto di più... al prossimo post!

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