LIZ
WILLIAMS è una scrittrice britannica di science fiction e fantasy, si diceva.
Vive a Glastonbury, in Inghilterra, un posto assolutamente incredibile che
voglio andare a visitare, un giorno. Anche per curiosare nel negozio di arti
magiche che l’autrice gestisce insieme al compagno, Trevor Jones. Entrambi sono
gli autori dei due Diari di un negozio di magia (Diary of a Witchcraft Shop 1&2), molto più di una lettura spassosa perché ci
trasportano all’interno di quella comunità unica (e pagana!) che è Glastonbury.
Liz Williams è autrice di 17 romanzi (tra cui la serie del Detective Inspector
Chen, anche questa meriterebbe un bel post..) e di più di un centinaio di
racconti, scrive regolarmente su riviste come Asimov e insegna scrittura
creativa e storia della fantascienza. Quest’ultima cosa mi fa venire in mente
che la prima tesi che provai a chiedere al mio Prof. di Letteratura Russa era
proprio sulla fantascienza (russa naturalmente), ma si disse non molto
preparato sull’argomento... Tornando a questa talentuosa scrittrice, l’ho conosciuta grazie a una
scrittrice che per me ha un significato speciale, Tanith Lee (chissà che un
giorno io non possa parlare di lei…). Tanith Lee ha scritto, ad esempio, la
prefazione a una recente raccolta di racconti (molto, molto belli) di Liz
Williams (A Glass of Shadow), e la
Nostra la ringrazia per tutto il suo sostegno nel libro con cui ho scelto di
accendere le fiamme della mia Fucina: BANNERS OF SOULS.
Pubblicato
per la prima volta negli States nel 2004 dalla Bantam Books, Banner Of Souls
viene stampato in Gran Bretagna l’anno dopo per i tipi della Tor, un bel
volumcino di 426 pagine (senza contare quelle finali di anticipazione al
romanzo seguente di Liz Williams, Darkland). Banner of Souls è diviso in 7
capitoli, a loro volta suddivisi in vari sottocapitoli, abbastanza brevi per la
verità, il che rende la lettura molto spedita. Non solo la suddivisione agevola
dunque la lettura, ma a livello di contenuto è interessante il fatto che questi
sottocapitoli terminino per lo più o con una rivelazione, o con un’intrigante
nota di suspense che, naturalmente, ti spinge a continuare la lettura. Insomma:
le 426 pagine vanno giù che è un piacere. E questo nonostante la complessità
del libro. La sua struttura è molto curata, costruita su diversi piani
narrativi e, chiaramente, sui diversi personaggi. Leggendo questo libro, sono
rimasta davvero colpita dalla capacità dell’autrice di creare mondi
incredibili, finestre che continuamente si aprono e che lasciano intravedere
ancora altre “realtà”, tutte da scoprire e che potrebbero funzionare come
storie a parte
(e in effetti ci sono molti racconti singoli che si muovono in questa sua ambientazione, cfr. A Glass od Shadow ad esempio). Un libro davvero denso, che merita una lettura attenta. Cominciamo a entrare nel vivo: qual è la trama?
(e in effetti ci sono molti racconti singoli che si muovono in questa sua ambientazione, cfr. A Glass od Shadow ad esempio). Un libro davvero denso, che merita una lettura attenta. Cominciamo a entrare nel vivo: qual è la trama?
In un
futuro lontano, il Pianeta Terra è coperto quasi per intero dalle acque, è ormai
in decadenza ed è governato dal pugno di ferro del Matriarcato di Marte.
Sogni-Di-Guerra, guerriera marziana, è inviata sulla Terra per proteggere una straordinaria
ragazza da una minaccia ancora ignota. Si tratta di Lunae (definita hitobashira, la donna-che-ostacola-l’inondazione),
in grado di invecchiare a una velocità innaturale e dotata di un dono speciale:
quello di alterare il tempo. Nella città ormai in rovina di Fragrant Harbour,
Lunae risiede con le maligne Grandi Madri e un membro di una razza
geneticamente modificata, nota col nome di kappa. Sogni-Di-Guerra dovrà
proteggere Lunae da Yskatarina Iye di Nightshade, un pianetoide
tecnologicamente avanzato al limite del sistema solare. Nonostante la
protezione della guerriera, Lunae rischia di essere quasi uccisa da una
creatura appartenente ai misteriosi Kami, e la guerriera è costretta a fuggire
con la ragazza verso le inondate isole del nord di quello che una volta era il
Giappone. Lunae però scompare durante il viaggio, lasciando Sogni-Di-Guerra
determinata a tornare sulle pianure di Marte per scoprire la verità sul dominio
che il Pianeta rosso esercita sulla Terra, e la natura di tutti i segreti che
vi si celano dietro… Perché Lunae è così speciale e perché Yskatarina e
Sogni-Di-Guerra sono state inviate da lei costituiscono il mistero che
lentamente viene svelato nel corso della narrazione, ma c’è naturalmente di più
come dicevo all’inizio: visioni di una Terra arretrata e brulicante di angosciose
creature, l’immensità dell’oceano che l’ha sommersa e che nasconde misteri
tramutati già in miti e leggende (meravigliosi i Re Dragoni che controllano il
tempo atmosferico), uno squarcio sul paesaggio del fascinoso Pianeta rosso,
brullo e drammatico, creature generate da incubi genetici e disumani incroci,
come ad esempio le terribili donne-forbice, tecnologie inquietanti in grado di
estirpare sentimenti e impiantarne altri… Un’atmosfera cupa, a tratti collerica e
disillusa, aleggia per tutto il libro, insieme a sangue che scorre a profusione
e a falene e altri insetti che sembra quasi di sentir frusciare tra le pagine.
Vorrei a questo punto chiedere
direttamente all’Autrice come sia nata l’idea di Banner of Souls.
L.W.: BoS doveva essere inizialmente qualcosa di più
di una space opera. Mentre procedeva,
però, diveniva sempre più oscura e cupa, rispecchiando la mia vita: al mio
compagno di una vita era infatti stato diagnosticato un tumore al cervello
quando ero quasi a metà lavoro, ed è morto prima che il libro fosse finito. La Macmillan,
la mia casa editrice all’epoca, è stata molto comprensiva e mi ha proposto una
proroga ma, come capita anche a molti altri scrittori, questo mi ha aiutato a
concentrami sul lavoro e così sono riuscita a consegnarlo entro il tempo
pattuito. Gli eventi della mia vita reale hanno sicuramente influito sul libro.
Mi spiace moltissimo... e in effetti, come dicevo nella descrizione della trama, l'atmosfera in generale è molto cupa...
Proseguendo con l'analisi del libro, notiamo che in BoS gli
elementi di interesse, che davvero aprono un mondo ciascuno, sono numerosi: the Changed, i Mutati, creature
inferiori generate per divertimento da Marte, hyenae e vulpen. Sono ciò
che resta degli uomini, intesi come genere maschile (senza contare i due Animus
presenti, anche se è difficile considerarli dei maschi in senso stretto). Eh sì
perché in questo universo il genere maschile è estinto, lo dice bene
Sogni-Di-Guerra:
Perché l’umanità dovrebbe ancora essere infastidita da una
dualità superata e antica, e da complicazioni di istinti obsoleti? Siamo tutti
esseri costruiti ormai, non abbiamo alcun bisogno di accoppiamento, di sesso,
di desideri e di emozioni connesse a tutto questo. Il piacere può essere
raggiunto tramite dispositivi (p. 251).
Anche se poi Sogni-Di-Guerra rivela di
essere poco interessata al piacere, e di mettere al primo posto lealtà e potere.
In una realtà simile, come vengono generate nuove creature? Liz Williams
escogita un modo piuttosto inquietante ma, dopotutto, perfettamente sci-fi:
grazie alle growing-bags, sacche-sviluppanti,
ovvero particolari sacche di crescita.
Ma c'è molto, molto di più... al prossimo post!
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