Il
libro che ho scelto di presentare oggi è davvero particolare. Diciamo che
“particolari” sono un po’ tutti i libri di cui mi innamoro, per un motivo o per
un altro, ma questo è… sorprendente.
How to Recognize a Demon Has Become your Friend, di Linda Addison, pubblicato dalla Necon Books nel 2011, raccolta di 35 brani (poesie e racconti). Come nel caso di Liz Williams, anche Linda
Addison è inedita in Italia, e non è neanche mai stata tradotta in altre
lingue, giusto Linda?
L.A.:
Verissimo, e sarei davvero felice se i miei libri fossero tradotti e
disponibili anche in altri paesi. L’ho sempre sognato.-
Davvero strano per
un’autrice che ha vinto ben 4 volte il Bram Stoker Award… ma andiamo per gradi.
Linda Addison si è
trasferita di recente a Tucson, Arizona, da New York, di giorno si occupa di
computer (è laureata in matematica) e di notte scrive cose strane. E’ stata la
prima scrittrice afro-americana ad aver vinto non uno, ma ben 4 Bram Stoker
Award…. Ma ci sto arrivando.
Prima di 9 figli, con
una mamma fantastica che le raccontava le storie più incredibili e vedeva con
lei film di paura, Linda ha saputo sin da piccola che un giorno avrebbe scritto
un libro.
Linda Addison ha fondato
il writing group Circles in the Hair (CITH), che si riunisce sin dal
1990. Il suo lavoro è apparso spesso nel corso degli anni nella mention list
dell’Year’s Best Fantasy and Horror e dell’Year’s Best Science
Fiction.
E arriviamo ai 4 Bram
Stoker Awards, prestigiosi riconoscimenti letterari conferiti dalla Horror
Writer’s Association (giusto per citare alcuni nomi di autori che hanno
vinto lo stesso premio: Clive Barker, Stephen King, Ray Bradbury, Ramsey
Campbell, Neil Gaiman, Caitlin R. Kiernan, Michael Arnzen, Laird Barron, J.K.
Rowling per la saga di Harry Potter …).
In ordine le opere per
cui è stata insignita dell’illustre premio:
·
Consumed, Reduced to Beautiful Grey Ashes (2001)
·
Being Full of Light, Insubstantial (2007)
·
How To Recognize A Demon Has Become Your Friend (2011)
·
Dark Duet (2012) scritto con Stephen M. Wilson, (in realtà “solo”
finalista)
·
The Four Elements, scritto con Marge Simon, Rain Graves, Charlee
Jacobs (2013), nominato vincitore a Maggio di quest’anno.
Linda D. Addison è
l’unica autrice presente in 3 antologie-pietre miliari di questo ambito
letterario: Dark Matter: A Century of Speculative Fiction (Warner
Aspect), Dark Dreams I and II (Kensington), e Dark Thirst (Pocket
Book).
E’ autrice di oltre 290
composizioni poetiche e racconti brevi. Ha scritto per Essence Magazine,
Asimov’s SF Magazine, microscosms twitter magazine, Eye to the Telescope
magazine, e Genesis: An Anthology of Black Science Fiction.
Averla qui e poter
parlare dei suoi libri è per me, capirete bene, un grandissimo onore. La Fucina
ha scelto un suo lavoro in particolare: la sua ultima raccolta di poesie e
racconti brevi (alcuni già apparsi in precedenza), How to recognize a Demon
has become your friend. Sono stata colpita sin da subito dal titolo
chiaramente. Si tratta di un’opera strana, come dicevo all’inizio: è ben raro leggere
poesie su zombie o bizzarri racconti su strani alieni che flirtano in un
pop-corn bar… Ma c’è un fil rouge che lega ogni singolo elemento di
questa raccolta, non è vero Linda?
LA: Il libro ha un’origine complessa. Mia madre
è morta nel 2009. Eravamo molto vicine e non sapevo quando sarei stata in grado
di scrivere di nuovo dopo la sua morte. Bob Booth (che conosco e ammiro da
molti anni) della Necon Books [http://www.neconebooks.com/byauthor.htm] mi
contattò per mettere insieme una raccolta di storie e poesie, sia nuove che già
pubblicate. Ne parlammo e buttammo giù uno schema
poesia/racconto/poesia/racconto. Iniziai a vedere tra i lavori pubblicati in
precedenza senza avere ancora un’idea chiara del libro.
Mentre
leggevo i lavori che avevo già pubblicato, cominciavano a prendere corpo delle
idee per il nuovo lavoro e il primo pezzo nuovo che scrissi fu la poesia How
to recognize a Demon has Become Your Friend. La poesia aveva delle immagini
molto chiare e un mio amico, Rick Barret [http://www.taichialchemy.com/] mi
suggerì di intitolare la raccolta così.
Ci pensai un
po’ e accolsi il suggerimento, sebbene il titolo fosse molto diverso da quelli
delle altre mie raccolte, che tendevano ad essere più poetici (ad esempio, Being
Full of Light, Insubstantial).
Volevo che
questa raccolta rappresentasse i miei lavori science-fiction, fantasy e horror,
così ne ho raccolto di vecchi e creati di nuovi che si sarebbero intrecciati
per rendere l’idea di dove potremmo trovare dei demoni o degli amici. Non so se il percorso
risulti completamente chiaro al lettore, ma ogni singolo brano, in qualche
modo, riecheggia l’idea di base.
L’ultimo
brano che ho scritto è la poesia How to recognize Your Friend has Become a
Demon, che è l’opposto della poesia iniziale.
Per ogni
raccolta che ho compilato è come se avessi intrecciato un arazzo e questo
implica spostare un brano, toglierne un altro, scriverne di nuovi, fino a che
non sento di aver finito. Non so dire esattamente quando una raccolta è
terminata, ma c’è un momento in cui ogni pezzo è al posto giusto. Questa per me
è una parte molto importante del processo creativo.
Penso sia d’obbligo la
domanda… Come ci si sente ad aver vinto non solo uno, ma ben 4 Bram Stoker
Awards con, posso solo immaginare, l’orgoglio di essere la prima scrittrice
afro-americana ad essere insignita di un tale riconoscimento?
LA: E’ una domanda inevitabile e un
conseguimento di cui non mi dispiace parlare. Non ho mai scritto avendo un
premio in mente. Credo che l’idea che ci siano 5 libri finalisti e poi un unico
vincitore mi disorienta un po’.
Ogni raccolta è stata creata con il semplice
intento di essere il meglio di ciò che potevo scrivere in quel momento. Il primo
HWA Bram Stoker award ® che ho vinto con la prima raccolta, Consumed,
Reduced to Beautiful Grey Ashes, è stato un’immensa sorpresa.
Quando scopriì di essere alla votazione finale
ero felicissima. Non mi è passato minimamente per la testa che avrei potuto
vincere dal momento che ero al ballottaggio con alcuni dei miei poeti
preferiti, che avevano all’attivo molte più pubblicazioni di me.
Mia madre venne alla serata perché era a New
York e lei viveva a Philadelphia e non era dunque lontano. Nel momento in cui
dissero il mio nome fui sommersa di applausi, c’erano anche delle persone che
si erano alzate in piedi. È stata un’esperienza indimenticabile! Durante il mio
discorso di accettazione feci alzare in piedi mia madre perché lei è ha sempre
sostenuto il mio lavoro ed è sempre stata una narratrice fantastica. Mi sento
ancora così fortunata ad averla avuta lì quel giorno.
È stato solo dopo, guardando indietro ai
precedenti vincitori in tutte le categorie che qualcuno ha evidenziato che io
fossi la prima afro-americana ad aver vinto. Nessun altro afro-americano ha
vinto da allora, ma spero che in futuro ce ne siano altri.
Vincere gli altri tre è stato ugualmente
splendido e sorprendente perché ogni volta gli altri libri finalisti erano
davvero buoni. Non ho mai dato per scontato che avrei vinto sebbene io sia
profondamente orgogliosa del mio lavoro. Tengo in grande considerazione ogni
premio.-
E’ impossibile, dunque, definire
quest’opera nel complesso “horror” o “sci-fi” o semplicemente “di narrativa
fantastica”, e anche lo stile è così multiforme. È una lettura che non ti
aspetti perché anzitutto scorre via veloce e limpida, e inoltre vi è talvolta
un punto di vista così strano che davvero ti chiedi come le sia venuto in mente
di guardare “la realtà” da così (Night of the Living and Dead, Alien
bathroom ad esempio). Ci sono racconti molto brevi (“flash fiction”, uno
dei massimi esponenti di questa corrente attualmente è Michael Arnzen che
chissà… magari sarà uno dei prossimi “forgiati” della Fucina…), e alcune storie
che sono costruite ad esempio su uno scambio di e-mail, o assumono la forma di
una guida turistica per alieni sul nostro pianeta… (Artificial
Unintelligence e Excerpts from the Unabridged traveler’s guide as UFOs
in Galaxy A.G.2). La
tradizione aneddotica del racconto breve è ben conservata e usata con sapienza
dall’autrice, e leggere questi micro racconti con i loro originalissimi personaggi
è davvero un piacere. Ci sono anche due racconti in particolare più corposi
che, tra l’altro, aprono e chiudono in un certo senso la raccolta, dando ancor
di più il senso di coerenza di quest’opera (The Power e Milez to go).
Puoi parlarci del tuo percorso
creativo, ovvero come arrivi a scrivere un racconto o una poesia?
LA: Scrivo sui diari da
quando ero al liceo. Butto giù tutto, frammenti di idee, personaggi, a volte
conversazioni sentite che hanno catturato la mia attenzione. Poi quando decido
di scrivere una poesia o un racconto vado a rileggere i miei diari, estraggo
qualcosa e ci costruisco sopra.
Il tuo processo creativo
è diverso quando scrivi prosa o poesia?
LA: La poesia è sempre
in fondo ai miei pensieri, come una canzone. Posso scrivere una poesia su
qualsiasi cosa in qualsiasi momento. Vengo ispirata da qualcosa che leggo o sento
o vedo in strada, o mentre leggo un articolo. Qualsiasi cosa mi dà delle
immagini per la poesia.
Alcune poesie nascono
complete, altre hanno bisogno di essere riscritte. So quando una poesia è
completa quando la leggo ad alta voce. Il suono delle parole può cantare oppure
no, per me.
La prosa spesso inizia
con un personaggio e una data situazione in cui si trova. Poi gioco al gioco del
“E se…?”. E se loro fossero di un altro pianeta, o tempo, e così via. Mi piace guardare
alle situazioni comuni e renderle un po’ strane. Oppure, mi piace creare
interesse e allora cerco dei personaggi diversi, ad esempio, uno zombie: e se
uno zombie si innamorasse? È così che è nato il racconto Unrequited.
Mi piace provare a
rendere il più reale possibile qualche dettaglio nella prosa, e allora faccio
delle ricerche. Per la storia Dust to Dust ho infatti letto cosa avviene
fisicamente ad un corpo che è sepolto in terra e come si decompone, in modo da
intrecciare dettagli reali nella narrazione.-
Mi è piaciuta moltissimo
la descrizione del concerto di Angelique al Funky Piranha (in Milez to go). Ho la
sensazione che la musica abbia un ruolo importante nella tua vita, sbaglio?
LA: Ascolto spesso sia
Miles Davis che Keith Jarret mentre scrivo. Suono il flauto per mio diletto. La
musica è molto rilassante e stimolante per me. Mi fa stare bene e lascia
scorrere la mia immaginazione.
Ho notato che a volte usi il
dialetto afro-americano (ad esempio in Bottling Up De Evil).
In base a cosa decidi di usarlo?
LA: Una
poesia o un racconto può aver bisogno di una certa voce a seconda di cosa
accada. Nel caso di Bottling Up De Evil,ho composto la poesia dopo
aver letto di come gli africani che vennero in America erano soliti appendere
delle bottiglie sugli alberi per catturare gli spiriti malvagi vaganti.
Raccontaci per favore com’è nata la
copertina del tuo libro.
LA: La copertina è di Jill Bauman [http://www.jillbauman.com/],
che ha realizzato copertine per molti autori famosi, come Stephen King ad
esempio. La conosco da anni e ho sempre voluto una sua copertina per i miei
libri. Sono stata molto felice quando questo si è potuto realizzare. Le ho
mandato il libro e mi sono affidata totalmente a lei per l’idea. Un giorno
eravamo ad un convegno insieme, fece una foto alle mie mani nella posa che è
sulla copertina. Quelle sono quindi le mie mani. Jill ha preso spunto dai
racconti e dalle poesie e ha creato una copertina indimenticabile. Ero
felicissima quando l’ho vista perché risaltava così bene! Mi piace moltissimo
la foresta per i suoi diversi dettagli.
Quest’anno sono stata a un convegno a Rhode
Island [Camp Necon: http://campnecon.com]
e ho visto alcune persone che avevano una stampa della copertina che Jill aveva
venduto ad una mostra, e la cosa mi ha fatto sorridere.
Che progetti hai per il futuro?
LA: Sto
passando dalle poesie e dai racconti ai romanzi, vorrei iniziare a lavorare su alcune idee che
ho in testa da un po’ di anni. Il primo romanzo è basato sul mio racconto Twice,
At Once, Separated, pubblicato in Dark Matter qualche anno
fa. È un romanzo sci-fi, ambientato in un futuro distante da noi 20-30 mila
anni. Sono particolarmente attratta dalla fisica quantistica.
Continuerò a
collezionare poesia e frammenti di altri racconti nei miei diari, come ho
sempre fatto, ma voglio investire del tempo a creare nuovi romanzi.-
Grazie,
Linda Addison!!
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