S.P. Miskowski, I Wish I Was Like You, JournalStone, 2017, pp. 252
Questa è la storia che racconta lo spettro di Greta dopo aver scoperto il proprio cadavere in casa, intervallando la ricostruzione della sua vita a incontri con chi ha deciso di farla finita, a cui rivela, in un barlume di consapevolezza finale, la propria natura spettrale e letale. Questa è la storia di un vuoto dentro, nutrito dall’invidia, dalla paura di essere invisibili e dal dover trovare per forza un nemico. L’autrice dà magistralmente vita a un personaggio a tutto tondo costruito con quel tocco tipicamente suo che sa fondere ironia, cinismo, profondità psicologica, superficialità e onestà. Tratteggiate con grande efficacia sono anche le altre figure che le ruotano intorno, in una Seattle anni Novanta anch’essa protagonista, con la sua musica, la sua pioggia, i suoi suicidi.
This is the story told by the ghost of Greta after having discovered her own dead body at home, interspersing the flashback about her life with encounters face to face with those who decided to commit suicide, revealing, in a glimpse of final awareness, her own ghostly and lethal nature. This is the story of a void within, fed by the envy, by the fear of being invisible and by the need to necessarily find an enemy. The author masterfully creates a well-rounded character with her typically touch capable of combining irony, cynicism, psychological depth, superficiality and honesty. S.P. Miskowski describes with great effectiveness also the other characters gravitating around Greta, and the backdrop for this very original story is 1990s Seattle, with its music, its rain and its suicides.